Salve a tutti, oggi vi parleremo della chitarra battente, un piccolo accenno alle origini dello strumento per arrivare a come la utilizziamo facendola dialogare con chitarra classica, mandolino, mandola, cuatro, charango e cavaquinho.
Stabilire l’origine certa della chitarra battente è un compito arduo se non impossibile. Probabilmente è nata nel 1600 in Italia. Non a caso nel 1600 a Roma iniziarono a produrre le prime corde metalliche che saranno montate poi sulla chitarra battente. Fino alla seconda metà del ‘900 nel nostro paese, quando si parlava di chitarra, si voleva indicare la chitarra battente, mentre la chitarra classica era denominata chitarra Francese.
L’ambiente colto si è totalmente disinteressato alla chitarra battente, anche perché scrivere per questo strumento con accordatura “rientrante” risulta molto difficile e, come afferma Arnold Schönberg, “[…] la nostra epoca moderna cerca molto, ma finora ha trovato soprattutto il comfort; e il comfort si espande in tutta la sua ampiezza anche nel mondo delle idee, rendendoci tutto più facile di quanto sia mai accaduto.”
Tra i maggiori liutai ricordiamo la famiglia De Bonis di Bisignano (Cs) che tramandano da generazioni la straordinaria scuola di costruzione della chitarra battente toccando l’apice nel ‘900 con Nicola e Vincenzo.
Oggi una nuova scuola di liuteria sulla chitarra battente si sta facendo strada grazie anche alla collaborazione tra il liutaio Sergio Pugliesi della Oliver Guitar Lab di Scilla (Rc) e il musicista Francesco Loccisano. Insieme hanno dato vita ad uno strumento moderno capace di riprodurre e raccontare una nuova epoca chitarristica tutta Italiana.
Oggi la chitarra battente sta vivendo una nuova vita svincolandosi dall’essere solo uno strumento sostenitore del canto popolare ed entrando nell’albo degli strumenti solisti con un nuovo repertorio originale e trascrizioni che non affondano per forza nelle radici della musica popolare del sud Italia. Tra i maggiori innovatori dello strumento troviamo Francesco Loccisano, che con i suoi tre dischi “Battente Italiana”, “Mastrìa” e “Solstizio” formati da sue composizioni originali per chitarra battente, ha introdotto un nuovo sound della chitarra battente aprendole le porte del mondo degli strumenti solisti.
Prendendo spunto dal lavoro di Francesco Loccisano ed utilizzando anche sue trascrizioni, abbiamo iniziato a far dialogare la chitarra battente con il mandolino e la mandola usandola sia da solista come in “A Sud di Mozart“, sia come strumento accompagnatore nella “Tarantella per Mandola“e nella “Tarantella Op. 18“, sviscerando tecniche popolari ma anche tecniche di arpeggi.
Ma la nostra vera scommessa è stata l’audacia di far dialogare la chitarra battente con gli strumenti del Sud America; così con il cuatro, charango e cavaquinho si è creato un nuovo sound ma soprattutto un notevole feeling sonoro tra gli strumenti.
Così ci siamo imbattuti in nuovi arrangiamenti dei “Vals Venezolano No.2 – El Marabino“di Antonio Lauro, già trascritti da Francesco Loccisano, e de “La Partida” di Carlos Bonnet nel nuovo duo chitarra battente e cuatro.
Anche con il Cavaquinho il nuovo mix sonoro ci ha portato a riarrangiare “Apanhei te, Cavaquinho” di Ernesto Nazareth e “Carioquinha“di Waldir Azevedo.
Con la sonorità spinta del charango la chitarra battente non ha avuto difficoltà a dialogare in “Carnaval de Arequipa” della tradizione popolare Sudamericana e in “El Condor Pasa” di Daniel Alomía Robles.
Infine, il duo che nel novecento era molto popolare nel Sud Italia è quello tra chitarra battente che accompagnava la chitarra classica (chiamata chitarra Francese).
Noi abbiamo ribaltato la situazione ne “La Tarantella Di Zio Nicola” (già trascritta per chitarra battente da Francesco Loccisano), poi abbiamo fatto alternare i ruoli in “Sons de Carrilhoes” di Joao Pernambuco.
Infine, grazie al maestro Angelo Gilardino, abbiamo la prima composizione colta per chitarra battente, dove dialoga con la chitarra classica alla pari con il linguaggio colto del maestro di Vercelli, il cui titolo è “Albero Solitario – ricordo della grande pittrice lucana Maria Padula”.
Duo musicale lucano, suonano 7 strumenti musicali: Chitarra Classica, Chitarra Battente, Mandola, Mandolino, Cuatro, Charango e Cavaquinho
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